L’emergenza Coronavirus ha “costretto” on-line milioni di persone ed aziende come mai prima; e le ha portate a considerare ancora di più il web e il commercio elettronico come canali e modalità di sviluppo delle proprie attività. Ma quali sono i “punti cardine” che una piccola o media impresa dovrebbe tener presente prima di allestire il proprio sito e-commerce?

Come primo passo, assumere bene informazioni sugli aspetti amministrativi, fiscali, legali, commerciali del commercio elettronico riguardanti il proprio settore e i beni e i servizi che si intende vendere on-line, soprattutto se si hanno finalità di export. E selezionare, in questi ambiti, consulenti davvero esperti in grado di risolvere il più ampio ventaglio possibile di problemi. Molto spesso, ad esempio, le associazioni di imprese offrono questi servizi a costi contenuti.

Quindi, sempre preliminarmente, effettuare analisi marketing quali: verifica della tipologia, del livello e della qualità dei prodotti e/o servizi da vendere on-line; individuazione corretta dei target (geografici, di età, di professione, di gusto ecc.) a cui si desidera rivolgersi; valutazione della concorrenza on-line (strategie generali, efficacia dei siti sul piano della comunicazione e del posizionamento nei risultati dei motori di ricerca, politiche promozionali, di prezzo, di sconto ecc.); studio di documenti che trattino degli andamenti e delle strategie riguardanti il proprio settore sul web; studiare la propria potenziale clientela on-line (conversazioni, opinioni, commenti, critiche ecc.) nello stesso ambito; stabilire i giusti pricing (ed eventuali offerte/sconti su prodotti e servizi anche in funzione delle analisi sopraddette.

Solo a questo punto preparare una comunicazione (immagine coordinata composta da logo, colori, immagini/video, slogan, copywriting, schede prodotto ecc. ) pensata, coerente ed efficace rispetto all’identità aziendale e ai prodotti e/o servizi da commercializzare on-line; perché cercare di vendere un prodotto (on o offline) senza una comunicazione complessiva ben fatta (o quantomeno strutturata), è come sperare che qualcuno si imbatta casualmente nel mio magazzino (un negozio si sforza sempre di avere una comunicazione di qualche tipo…) e compri qualcosa per stretta necessità o “una tantum”.

Selezionare le tecnologie web corrette: hosting (computer server sulla Rete su cui deve risiedere il sito) robusto, efficiente, assistito; piattaforma web di tipo CMS (Content management system), che consenta la gestione diretta di tutti i contenuti da parte dell’azienda, e che sia, possibilmente,  di tipo open source (a codice sorgente, aperto, sviluppata e aggiornata da ampie community di programmatori) per avere a disposizione un sistema di alto livello qualitativo, performante, aggiornato, responsive (che si adatti a tutti i dispositivi di consultazione, anche mobili), a costi ragionevoli sia in termini di creazione del sito sia di sua gestione nel tempo.

Scegliere i sistemi di e-commerce (a volte già integrati nella piattaforma web, altrimenti facilmente integrabili in piattaforme open source) più facili da gestire, al miglior costo e più scalabili nel tempo (sempre di tipo open source), senza pretendere di mettere cataloghi sterminati di prodotto on-line, ma inserendo selezioni mirate e qualificate di prodotti legate a parole chiave.

Puntare, attraverso queste tecnologie, a strategie e obiettivi ben definiti: portare sul sito, attraverso logiche di posizionamento nei motori di ricerca (SEO, Search engine optimization, inserimento di parole chiave cercate dagli utenti nel sito) e attraverso i social network, il maggior numero di visitatori possibili.

Scegliere i sistemi di pagamento con buon senso. Paypal, attualmente, fornisce un’ottima piattaforma di pagamento che serve direttamente i clienti Paypal, ma che consente anche la gestione di pagamenti effettuati con carte di credito. Questa soluzione consente di evitare gli alti costi delle gestioni di pagamento con carta di credito effettuate dalle banche.

Investire soprattutto in: contenuti ben fatti di settore (quindi non solo autoreferenziali), aggiornati (anche articoli, news, eventi) sempre corredati di parole chiave cercate dagli utenti; in studi SEO che consentano di mappare/individuare le parole chiave cercate dagli utenti più adatte (cercate ma a bassa competizione); in traduzioni in lingua di qualità, soprattutto in caso di export; advertising on-line (FB adv, Google adv, YouTube adv) solo per campagne a breve termine o per promozione di appoggio. Perché la miglior promozione è quella che può essere effettuata proprio attraverso la SEO che è gratuita, strategica, permanente e non episodica (crea visibilità continuativa nei risultati di ricerca naturali dei motori: Google e soci, per intendersi) e attraverso i social.

Fare tutto questo è troppo difficile? No richiede però metodo, una certa pazienza e un po’ di assistenza mirata di esperti. Fare tutto questo ha costi alti o altissimi? Assolutamente no. Ma è  necessario farsi aiutare dai consulenti giusti che sappiano riunire molte competenze (dal marketing, all’informatica, ai contenuti, ai social…), che sappiano indicarvi le tecnologie più adatte, che conoscano i processi realizzativi più razionali. Il bravo consulente, infatti, fa risparmiare ottenendo per voi il risultato migliore. E poi è fondamentale formarsi. Perché anche acquisire know how e  fare da sé (e molte delle cose sopraddette si possono imparare) è un altro modo fondamentale per spendere meno, soprattutto nel medio e lungo periodo. Tenersi lontani da siti “one click” , cugini web designer o da web agency improvvisate. E da “pacchetti e-commerce” senza contenuti, senza SEO, senza monitoraggio delle statistiche. Tutte figure e formule (magari a basso costo ma a volte anche alto!) che portano quasi sempre a prodotti finali scadenti, che non generano visibilità e visitatori sul sito e, quindi, nemmeno vendite. Oppure fanno scappare gli utenti. E bloccano per lungo tempo il business con danni ingenti.

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